L'Editoriale

Natale è un affare serio. Si potrebbe pensare i giorni clou siano quelli che vanno dal 24 al 26 dicembre, ma sappiamo bene che la storia è un’altra. La frenesia dello shopping, i pacchetti regalo, i secret Santa sono solo una distrazione. Ciò che conta davvero è la preparazione del cibo che il 24 dicembre comincia alle prime luci dell’alba. Decidere chi cucinerà cosa, chi ospiterà la cena della vigilia di Natale e il pranzo di Natale sono le decisioni che contano. Se credete di avere voce in capitolo, mi spiace ma vi state solo illudendo. Volete festeggiare con i vostri amici? Attenzione al superpotere della nonna: gli occhioni grandi che inducono sensi di colpa. Funziona ogni volta. Certo, ci si può concedere l’happy hour il pomeriggio della vigilia, ma state pur certi: trascorrerete la cena in famiglia, intorno al tavolo, mangiando e giocando a carte.

Guida alla sopravvivenza

Il 24 dicembre comincia in preda alla frenesia culinaria, i cuochi di casa trascorrono il pomeriggio a scongelare pesce acquistato in anticipo – comincerà a essere irreperibile qualche giorno prima. I coraggiosi passano la sera su un balcone – o in cucina con le finestre spalancate – con strati e strati di maglioni e sciarpe per evitare che l’odore del pesce fritto invada la casa. Ai bambini viene chiesto ripetutamente di stare alla larga durante il processo fino a quando, dopo l’ennesimo avvertimento, vengono messi in punizione fino all’ora di cena. Nel caso in cui ciò accada, cercate di non confinarli nella stanza in cui conservate tutti i regali o vi ritroverete un bambino traumatizzato. La cena in genere viene servita prima del solito, sia per consentire qualche pausa tra le portate sia per avere abbastanza tempo da dedicare ai giochi di carte, in una stanza piena di fumo che sembra essere uscita da uno di quei film degli anni Venti. Dopo che le varie tragedie si sono consumate – bambini che piangono, parenti passivo-aggressivi che dispensano giudizi non richiesti e adolescenti imbronciati – la parata dei piatti inizia, e si salvi chi può. Il menu prevede solitamente baccalà fritto, baccalà bollito, baccalà con cavolfiore, capperi, peperoni e patate. Non dimentichiamoci dei tre o quattro diversi primi – sì, a base di pesce – con la miriade di contorni e i dolci – dal panettone ai tipici dolci regionali. Giunge, quindi, il momento di allentare la cintura e iniziare il processo di digestione con caffè e limoncello. Con un classico film di Natale in sottofondo, i bambini più piccoli passano il loro tempo a chiedere quando arriverà il momento di aprire i regali mentre gli adulti si dedicano a ripulire la cucina disordinata e a imbastire la bisca clandestina. Finalmente, pochi minuti prima di mezzanotte, qualcuno bussa alla porta o suona al campanello, i bambini – che a quel punto erano quasi addormentati – corrono verso l’ingresso per intravedere Babbo Natale ma, quando non lo trovano, la delusione è attenuata dal sacco pieno di regali lasciato sul pianerottolo. Dopo che i regali sono stati scambiati, la brigata è stata salutata, è ora di prendersi una pausa e andare a dormire. Domani è il 25 e non sarà per nulla più facile

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La cena in genere viene servita prima del solito, sia per consentire qualche pausa tra le portate, sia per avere abbastanza tempo da dedicare ai giochi di carte, in una stanza piena di fumo che sembra essere uscita da uno di quei film degli anni Venti.